Sony Music Group chiede la pace in Ucraina e la fine della violenza.
Chiusura degli uffici di Universal Music Group in Russia
Warner Music Group sta sospendendo le proprie attività in Russia.
Così iniziano i comunicati stampa delle major che si impegnano invece a sostenere gli sforzi di soccorso umanitario e ad aiutare i rifugiati in difficoltà.
Il settore musicale si era esposto nel processo di boicottaggio russo già a pochi giorni dall’invasione in Ucraina escludendo la Russia dall’Eurovision Song Contest 2022 e non corrispondendo i compensi alla RAO (la società russa di raccolta di opere musicali) da parte della SIAE (l’organizzazione italiana dei diritti di esecuzione); questa manovra è stata condivisa da Spotify, PRS for Music e BMI statunitense.
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BMI aveva inoltre comunicato di collaborare direttamente con la CISAC (Confederazione Internazionale delle Società di Autori e Compositori) per supportare artisti e creativi in Ucraina.
La CISAC come le major ha anche predisposto un fondo per aiutare l’intera popolazione colpita dalla guerra.
Sono anche numerosi gli artisti che oltre a fare video e post a sostegno del popolo ucraino hanno annullato i propri concerti in territorio russo; anche Live Nation nelle scorse settimane ha annunciato un blocco alla produzione di festival e spettacoli musicali in Russia.
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Believe Music, un distributore francese molto attivo in Russia, dichiara di non avere intenzione di sospendere le attività, almeno per il momento.
La Russia è considerata un mercato musicale emergente per cui per quanto solerte non era scontata la grande rinuncia economica da parte delle major conseguente al ritiro di ogni commercio dal suolo russo.
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Le major con parole e azioni chiedono la pace e la fine del conflitto.