Londra (Rossi Caterina ) Queer! Cheers! Un brindisi e un inno alla libertà di espressione. Il termine anglofono Queer in passato usato
con un’accezione negativa di insulto omofobo, viene ora usato per autoidentificare chi non sente il bisogno di specificare il proprio orientamento sessuale o la propria identità di genere.
La comunità LGBTQ+ in UK che oggi puo’ vivere fiera le sdrade della capitale e della Gran Bretanga, ha un passato di abusi e di oppressioni, e per molti anni è stata costretta a nascondersi.
Il primo Gay Pride ufficiale a Londra fu organizzato dal GLF (Gay Liberation Front) nel 1972, partì la marcia a Londra per arrivare in
Trafalgar Square dove la comunità fece “kiss-in” (manifestazione di protesta collettiva durante la quale numerose coppie si baciano simultaneamente.
Oggi luoghi storicamente occupati dalle comunita’ Gay rappresentano un ambiente sicuro, di libertà e inclusione dove la diversità non è mancanza di normalità ma espressione di unicità. Il new penny (nell’area The Calls di Leeds, nel West Yorkshire) e’ il più antico gay club a conduzione ininterrotta del Regno Unito.
Sempre negli anni 50 il Royal Vauxhall Tavern rappresenta una delle vene principali londinesi LGBTQ+ con grande attivismo sociale, campagne e ovviamente tanto divertimento.
La lotta per i diritti umani delle persone facenti parte della comunità LGBTQ+ non appartiene però solo a
locali notturni o sociali ma abbraccia numerosissime realtà.
Lionel Blue conosciuto per la sua apparizione a Radio 4 BBC fu il primo rabbino inglese a dichiararsi gay, perdette la propria fede in Dio durante l’infanzia, quando, non furono esaudite le sue preghiere di vedere cadere il regime nazista. Al Balliol College, Oxford, Blue ritrovò la propria fede e divenne uno dei primi due studenti al Leo Baeck College, collegio rabbinico e centro per la formazione ebraica.
Un altro luogo da ricordare per la storia dei diritti delle persone LGBTQ+ è il cimitero della chiesa di St Clement, Old Romney dove è sepolto il direttore designer e attivista per i diritti delle persone gay Derek Jarman che con i suoi film promosse una visione positiva della sessualità omosessuale e si batté per la lotta contro l’ AIDS che lo riguardava in prima persona.
Una storia curiosa riguarda il monumento al Dr James Barry, cimitero di Kensal Green dove è sepolto il fisico James Barry che fu uno dei dottori militari di maggior successo del suo tempo, insistette sempre su uno standard igienico alto in un momento storico in cui l’igiene non era prassi nemmeno in ambito medico.
Dopo la sua morte, si scoprì che alla nascita il Dottore era biologicamente una bambina Margaret Ann Bulkley. Dall’università, 1809, divenne il dr Barry vivendo da uomo il resto dei suoi giorni. Vi è un dibattito in corso per scoprire se fosse un uomo transgender o una donna che sfruttò una possibilità per diventare dottore.
Una roccaforte perduta è il THEATRE ROYAL AND FORMER GARRICK’ S HEAD PUBLIC HOUSE, ST JOHN’S PLACE, che fu il primo gay pub a Bath, con una reputazione che risale al 1930 cessò di essere un gay pub alla fine degli anni 90.
I diritti della comunità LGBTQ+ riguardano tutta la popolazione mondiale, la mancanza di diritti di qualsiasi minoranza impoverisce l’intero sistema. Ecco perche’ in Uk si iniziarono a partecipare e a frequentare i gay club. Shim Sham Club fu aperto inizialmente come “bottle party” (festa della bottiglia), una tipologia di club che non pagava la licenza per gli alcolici lasciando che la clientela portasse le proprie bottiglie. Folle di creativi tra queer, neri, ebrei londinesi ballavano il tip tap fino alle prime luci del mattino.
Uno dei principali musicisti fu il pianista Garland Wilson (gay, afroamericano) che suonò alla serata di apertura dello Shim Sham nel 1935.
Il locale fu spesso vittima di irruzione da parte di poliziotti in borghese che notarono la presenza “irregolare” di coppie omosessuali, donne che ballavano insieme ad altre donne e “coppie interraziali”. Il club cambiò nome in Rainbow Roof e più tardi divenne the Flamingo Club.
La storia della comunità LGBTQ+ è fatta di resistenza a un’oppressione secolare.
Un clamoroso raid poliziesco fu quello avvenuto ai danni del Mother Clap’s molly house (Holborn). Una domenica notte nel 1726 in ottemperanza alle maniere del tempo un ufficiale riportò il rapporto di “40-50 uomini che facevano l’amore, come lo chiamano loro”. Margaret Clap fu processata per aver causato questi disordini sociali e per sodomia. Considerata “colpevole” fu messa alla gogna a West Smithfield dovette pagare una multa e fu imprigionata per due anni.
Per concludere questo viaggio nei luoghi della comunita’ LGBT+ citiamo il Club Kali, grande club di successo per lesbiche e gay sin dal 1990.
«Andai per la prima volta al club Kali nel 2005 a circa vent’anni. Fu il primo posto dove mi sentii totalmente a mio agio. Non sentivo la necessita di giustificarmi o dovermi identificare come Gay, Mussulmana, Inglese e Asiatica. Tutti capivano e accettavano le sfaccettature di identità razziale, religiosa e nazionale […]. È stata un’esperienza estremamente liberatoria!». Asifa Lahore, la prima drag queen mussulmana del Regno Unito.