Londra (Roberta Chiatti) – Le università britanniche non saranno in grado di accettare ogni singolo studente meritevole, secondo Jenny Sherrard, capo del Dipartimento delle pari opportunità dell’UCU (University and college union)
La retromarcia del governo britannico, sul modo in cui vengono calcolati i voti degli esami A-levels, è avvenuta troppo tardi lasciando il sistema accademico in totale caos. Il nuovo algoritmo realizzato da Ofqual e che ha abbassato il 40% dei voti degli A-levels in Regno Unito, oltre a generare rabbia tra gli studenti, ha messo le università in grave difficoltà.
Ora che gli esami, ingiustamente valutati, riceveranno i voti predetti dagli insegnanti, le università dovranno affrontare un aumento di richieste di studenti precedentemente rifiutati a causa dell’equivoco causato da Ofqual.
Seppur le università siano obbligate ad accettare studenti meritevoli e che rispecchiano le “skills” da loro richieste, quest’anno saranno costrette a rifiutare alcuni di loro, dati i protocolli di sicurezza introdotti per combattere il covid-19.
Da settembre non tutte le istituzioni disporranno di grandi capacità tali da ospitare un gran numero di studenti, perciò coloro che saranno rifiutati per tale motivo, dovranno aspettare il 2021.
“Non so cosa mi riserva il futuro” dichiara Laura Holmes una studentessa di Liverpool che ha visto i suoi voti scendere da BBB a BCC causando la perdita di un posto all’Università di Leeds e Nottingham.
“Ora abbiamo perso la fiducia nel sistema accademico nazionale” – dichiara Laura che aggiunge:
“Sono felice che il governo abbia cambiato idea ma ora è troppo tardi. Tutti gli studenti che hanno già perso il loro posto all’università dovranno aspettare un anno e al momento non sappiamo cosa fare: se trovare un lavoro o fare un internship”
Il consiglio che la UCU dà agli studenti è ricontattare le università che li hanno rifiutati, presentandosi con i loro veri voti e provare a trovare un accordo o verificare se possibile essere accettati.
Tuttavia ci sono ancora molti interrogativi all’interno delle università le quali attendono maggiore chiarezza dal governo.
“Necessitiamo di nuovi equipments cosi come nuovi docenti e ancora non sappiamo se le classi “face to face” saranno alternate da classi online” – dichiara Jenny Sherrard, la quale esorta il governo – oltre a considerare la necessità di ulteriori finanziamenti – a imparare da questo grave errore commesso, ascoltando e interagendo direttamente con le istituzioni scolastiche anzichè prendere provvedimenti dettati dalla politica.
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