Londra ( philip Baglini Olland) Drusilla Foer ha lasciato sul palco di Sanremo, un segno come un fiume in piena.
Simpatica, elegante, ironica, intelligente, a saputo tenere il palco come una che su quel palco c’era sempre stata. Il pubblico ha apprezzato e la amata.
Batture come : “nuda ci sarebbero delle grosse sorprese…” e profonde riflessioni come :” «Facciamo che le nostre convinzioni non siano solo delle convenzioni»” rimarrano nella storia del festival.
Fin dalla prima serata, ( non me ne vogliano le altre belle e brave conduttrici) manca una vera co-conduttrice ironica, sciolta, irriverente.
Drusilla e’ quella figura che mancava, e stasera alla quarta serata ci manchera veramente.
Peccato che il suo monologo sull’integrazione sia andato all’alba quando ormai miglia di persone erano gia’ nelle braccia profonde di morfeo. Bello ironico, profondo da leggerlo nelle scuole, negli uffici, negli stadio, nelle chiese!
Qui lo riportiamo integralmente
“Non voglio ammorbarvi a quest’ora con parole sulla fluidità, sull’integrazione, sulla diversità.
Diversità non mi piace perché ha in sé qualcosa di comparativo e una distanza che proprio non mi convince. Quando la verbalizzo sento sempre di tradire qualcosa che penso o sento. Le parole sono come le amanti quando non si amano più vanno cambiate subito.
Un termine in sostituzione potrebbe essere unicità, perché tutti noi siamo capaci di coglierla nell’altro e pensiamo di esserlo. Per niente, perché per comprendere la propria unicità è necessario capire di cosa è composta, di cosa siamo fatti. Di cose belle: le ambizioni, i valori, le convinzioni, i talenti. Ma talenti e convinzioni devono essere curati.
Non è facile entrare in contatto con la propria unicità ma un modo lo avrei: si prendono per mano tutte le cose che ci abitano e si portano in alto, si sollevano insieme a noi, nella purezza dell’aria, in un grande abbraccio innamorato e gridiamo: “che bellezza tutte queste cose sono io”.
Sarà una ficata pazzesca e sarà bellissimo abbracciare la nostra unicità e a quel punto io credo che sarà più probabile aprirsi e uscire da questo stato di conflitto che ci allontana.
Sono una persona molto fortunata a essere qui ma vi chiederei un altro regalo: date un senso alla mia presenza su questo palco e tentiamo il vero atto rivoluzionario, che è l’ascolto, di se stessi e degli altri.
Promettetemi che ci doneremo agli altri, che accogliamo il dubbio anche solo per essere certi che le nostre convinzioni non siano solo delle convenzioni.
Facciamo scorrere i pensieri in libertà e senza pregiudizio e senza vergogna.
Facciamo scorrere i sentimenti con libertà e liberiamoci dalla prigionia dell’immobilità. Immaginate se il mondo non ruotasse e fisso stesse, se tutto il buio fosse nero pesto.”
– Drusilla Foer –
Parole di Luce, di speranza cridata con forza, di un cambiamento gia’ in atto, ma che ancora stenta a decollare a farsi accettare. Drusilla ha spiazzato tutti, un conto sapere che era brava padrona dei teatri e dell’improvvisazione, un conto e assaporare quelle emozioni che solo un cuore ferito ma resistente riesce a dare.