Situazione coronavirus in Cina: intervista a Liu Pai

Oggi ai microfoni di London ONE Radio è intervento Liu Pai, giornalista del dipartimento italiano del China Media Group, per parlarci della situazione coronavirus in Cina.

“La battaglia contro il virus è ormai considerata in Cina una battaglia del popolo. Sin dallo scoppio dell’epidemia abbiamo attuato una strategia drastica caratterizzata dall’isolamento tempestivo delle zone rosse”, ha dichiarato.

Nelle zone rosse le misure sono simili a quelle adottate nella fase inziale nel Nord Italia, comprendendo divieto di ingresso e uscita, divieto di attività che comportano un’elevata aggregazione, procedure di prevenzione controllo e cura.

Fuori dalle zone rosse, i residenti sono chiamati ad autoisolarsi e ad adottare controlli precauzionali sul proprio stato di salute.

In Cina abbiamo iniziato a vedere i risultati positivi. – sottolinea Liu Pai- Ormai in tutta la Cina si contano 60.000 guariti; oggi a Wuhan è la prima volta che si registrano meno di 10 nuovi contagi al giorno, contro i 100 al giorno di qualche settimana fa.  A Hubei non si sono registrati contagi per 7 giorni consecutivi e nella maggioranza del territorio cinese non si registrano nuovi casi da più di due settimane”.

 

Ormai quasi tutti i nuovi contagi provengono dall’estero, in particolare da Italia e Spagna. In merito è stato adottato una procedura di test direttamente in aeroporto. I passeggeri che risultano positivi vengono portati direttamente in ospedale, se non risultano positivi vengono invece accompagnati alla loro abitazione con apposito veicolo e devono procedere a 14 giorni di autoisolamento.

 

Liu Pai ha poi fornito alcuni dati registrati ad inizio Febbraio riguardanti la fascia di età dei contagiati:

2, 76% pazienti con meno di 10 anni

4,97% pazienti da 11 anni a 20 anni

7,73% pazienti dai 21 ai 30 anni

24,31% pazienti dai 31 ai 40 anni

20,99% pazienti dai 41 ai 50 anni

13,26% pazienti dai 51 ai 60 anni

16,02% pazienti dai 61 ai 70 anni

9,94% pazienti ultrasettantenni

La fascia più colpita, risulta essere quindi la fascia dai 30 ai 50 anni che occupa più della metà dei contagi complessivi. Tra i bambini contagiati, non risultano ad oggi esserci caso di decessi.

 

Durante la settimana del capodanno cinese, a fine gennaio, i viaggi in tutta la Cina hanno subito un calo del 50,3% su base annua e il 78 % dei ristorazioni ha subito una perdita del 100%.

La situazione sta oggi comunque migliorando lentamente, registrandosi una ripresa della produzione ordinaria delle imprese di media dimensione.

Per quanto riguarda l’istruzione, in tutta la Cina è stata messa a disposizione una piattaforma di studio online per permettere agli studenti di seguire la formazione da casa, a dimostrazione della grande volontà del popolo cinese di vincere questa battaglia e riconquistare la propria normale quotidianità.

 

Ascolta l’intervista completa:

 

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