Londra ( Sebastiano Lorenzetti) – Si è svolto a Milano il preascolto per la stampa delle 26 canzoni del festival di Sanremo. Sonorità vintage e ritmo che supporta un mood positivo, forse poco Sanremesi ma belle per le radio.
cerchiamo in breve di commentare le canzone, ricordando che per apprezzare un brano dobbiamo ascoltarlo più volte e forse non basta per assimilare la sensibilità di un’artista:
I cantanti in gara con i titoli delle canzoni
Aiello “Ora”
Sonorità moderne, acuti al limite e un ritornello accattivante, con tanto di parolaccia (str…) per un amore che se ne va. Un ricordo va a Masini, ma solo per quella str….
Annalisa “Dieci”
Un brano che è la storia di un amore che non vuole finire e si aggrappa alle ultime volte. Forse i critici sono stati un po’ duri pretendendo una melodia che funzioni.
Arisa “Potevi fare di più”
La canzone scritta da Gigi d’Alessio parte soft e poi va avanti con un crescendo coinvolgente. La voce di Aria divampa in acuti apparentemente facili ma che solo una dote canora come la sua li raggiunge con facilità. Dicono candidata al podio, ma come sappiamo alla fine non è mai cosi, o forse stavolta no!
Malika Ayane “Ti piaci così”
Sciolta, su di un brano che va ascoltato più volte prima di farlo entrare nella testa. Lei brava, secondo alcuni poteva dare di più, la sentiremo in radio spesso.
Orietta Berti “Quando ti sei innamorato”
Il grande ritorno. Una tradizionale canzone all’italiana degna dei suoi anni. Un cliche, che non guasta in questo festival. Siamo tutti felici di rivedere Orietta Berti, lascerà un bel segno.
Bugo “E invece sì”
Un Bugo diverso, libero dalla figura di Morgan, ritrova se stesso in questo brano, molto bello, orecchiabile sicuramente tra i primi dieci. Archi e melodie decise fanno di questa canzone un bel motivo.
Colapesce Dimartino “Musica leggerissima”
Potrebbero essere la sorpresa. Come dice il titolo è una musica molto leggera, che è piacevole ascoltarla dopo una giornata faticosa. Confortante, dà buon ritmo e positività
Coma Cose “Fiamme negli occhi”
Il duo gioca con le parole molto bene, grande affinità, piacevole ascolto. Entra più la strofa che il ritornello.
Extraliscio feat. Davide Toffolo “Bianca luce nera”
Specialisti del punk da balera portano la loro formula. Il basso è protagonista all’apertura della canzone, che lascia spazio a fisarmoniche di paese. Molto orecchiabile. Bravi. Ottimo arrangiamento.
Fasma “Parlami”
La strofa forse e’ un po’ timida. Poi precipita in un ritornello efficace, incalzante efficace. In radio sarà molto ascoltata.
Francesco Renga “Quando trovo te”
Dardust è autore del brano (che qui firma come Dario Faini insieme allo stesso Renga e Roberto Casalino). Meno classico del solito ed efficace nel ritornello, piacevolmente leggero.
Fulminacci “Santa Marinella”
Meno originale rispetto ai suoi standard, poco istituzionale per Sanremo ma proprio per questo potrebbe funzionare.
Gaia “Cuore amaro”
Ecco il ritmo latino. Perfetta per ballare con un tocco sensualità. Si ballerà molto in estate.
Gio Evan “Arnica”
Le parole belle e profonde forse non rendono giustizia ad una melodia che stenta a decollare ad un primo ascolto.
Irama “La genesi del tuo colore”
Elettro-reggaeton veloce, poi arrivano i violini e voci filtrate opera di Dardust. Radiofonicamente efficace, il palco dell’Ariston sarà un bel trampolino.
La rappresentante di lista “Amare”
Sonorità classiche e moderne. La cantante supera con la voce una melodia dolce. Per i critici è un brano che funziona, ma solo a Sanremo.
Lo stato sociale “Combat pop”
Ecco che il gruppo si ispira molto ai Clash soprattutto nel ritornello, di cui parafrasano il titolo di un celebre album (“Combat rock”), citano i Beatles nel bridge. Divertente. Orecchiabile. Una ventata di allegria. Ma nulla a che fare con l’ultima di Sanremo ancora oggi nelle nostre orecchie.
Madame “Voce”
La prima canzone che accenna agli abbracci mancati di questo ultimo anno. Il talento di Madame esce fuori da un pezzo difficile, ma che ti coinvolge dall’inizio alla fine. Anche in questo caso firma Dardust.
Maneskin “Zitti e buoni”
Il testo carico di rabbia e contestazione giovanile, sposa sonorità per certi tratti già sentite negli Led Zeppelin. Il brano più Rock del festival. In radio spaccherà.
Max Gazzè e la Trifluoperazina “Il farmacista”
Testo ironico del miglior Gazzè. Introdotto dalla voce di Oreste Lionello in “Frankenstein Junior” che urla “SI, PUO’, FARE”. Ritmato, piacevole non si vorrebbe che finisca, infatti lo risentiremo molto in radio.
Ermal Meta “Un milione di cose da dirti”
Dopo tre anni e un podio torna all’Ariston più maturo nella composizione del testo. Elegante e intimo, Può puntare a un nuovo trionfo? Forse.
Ghemon “Momento perfetto”
Brano funky. Ghemon prosegue nel percorso di recupero di certe sonorità anni 90, iniziato con l’ultimo album “Scritto nelle stelle”.
Francesca Michielin e Fedez “Chiamami per nome”
Duetto senza la voglia di scavalcarsi, con raddoppi di parole fatti apposta per farsi ricordare. Le radio apprezzeranno, l’Ariston …. forse no.
Noemi “Glicine”
Brano romanticamente tradizionale. Per i critici l’interpretazione di Noemi è il valore aggiunto.
Random “Torno a te”
I critici avrebbero voluto di piu’ forse. La melodia è un po’ scarna, su di un testo semplice, ma che rimane confinato nelle metriche Sanremesi.
Willie Peyote “Mai dire mai”
Willie si sfoga, per la situazione Covid grida su tutto e tutti: dai finti trasgressori musicali alla politica, dai teatri chiusi ai social. Ritornello fortemente orecchiabile.