Londra (P.B.O) – Metti insieme la visione surreale di una grande artista come Jovanotti, la sua musica da ritmi africani e pop, il mare, e una tribú di gente che ha voglia di ballare e hai fatto il Jova Beach Party: non un concerto ma un vero e proprio villaggio della musica.
“O capitano o mio capitano” la gente segue il ritmo incalzante di un Jovanotti instancabile, vestito come un pirata (buono) con la sua band fa ballare, divertire, sognare, e ci fa capire pure come sia possibile fare festa rispettando l’ambiente.
Nulla ferma la tribú del Jova che balla, nemmeno le polemiche di chi deve sempre demolire una cosa bella, oppure stavolta le polemiche ci stanno? Tra la festa, e il divertimento, insorgono polemiche su alberi tagliati per allargare le spiagge, lavoro nero, e devastazione dell’ecosistema naturale per fare spazio ad un enorme palco, e casse battenti mussica assordante.
Polemiche
Ma veramente é cosí? Che Jova persona attenta alla natura, rispettoso del pianeta si sia lasciato sfuggire la cosa di mano? Forse la veritá c’e’ ma sta sempre nel mezzo.
Che migliaia di persone non deturpino l’ambiente, nonostante che dai microfoni si gridi alla salbaguardia delle spiagge e del pianeta, ci credo poco, ma non nella buona fede di Jovanotti, ma nella stupiditá di certe persone ed organizzazioni.
Non é questo l’articolo di denuncia, o di polemica, ma una nota solo verso la musica, quella che a Jova riesce meglio, perché quel modello potrebbe essere esportato in UK e in altre parti del mondo:
Anzi, se avessi davanti Jovanotti gli direi: “Caro Jova, questa tua festa é un modello che devi esportare in UK e nel mondo pensa le spiagge di Brighton o quelle di Miami! Una mega festa che parte, dall’Italia fino alle spiagge d’europa e del mondo, integrando magari artisti locali e fondendo stili musicali diversi. Peró magari sediamoci e parliamo del rispetto dell’ambiete”.
Musicalmente parlando Chi esce dal Jova Beach party, ne esce cresciuto, felice, consapevole di aver fatto parte di una cosa unica, meravigliosa, che é stato un tassello importante anche per l’ambiente, perché si é impegnato a rispettarlo, perché sono persone tra quelle 60 mila che l’ambiente lo rispettano, e magari nella loro area lasciano “meglio di come é stato trovato”.
L’intendo del Jova é buono, ma forse qualcosa non ha funzionato alla perfezione. Perché tagliare alberi? E lavoro al Nero? Percé il dubbio viene o no?
Anche se personalmente (ed è una mia modesta interpretazione di uno che non ne capisce nulla) mi chiedo come fanno 50/60 mila persone ha lasciare tutto intatto o quasi perfetto, senza una carta, senza una sigaretta in terra? Comunque io non sono mai stato in un Jova Beach Party, ho solo sentito arrivare alle mie orecchie l’essenza dai video e dai giornali, puó darsi che sia vero, e senz’altro lo é, ma mi permetto di avere il beneficio del dubbio ( non sulla buona fede di Jovanotti che va il merito di aver creato una cosa fantastica),ma di quelle poche persone che su 60 mila, lasciano qualcosa a terra , non me ne vogliano i fan di Jova.
Jovanotti, ha dimostrato che con la musica, si puó sensibilizzare le persone, e che il modello funzionerebbe anche oltre manica, o al trove .
Credo sia questa la forza di questa festa della musica e dell’intrattenimento, che Jova ha sempre voluto,o nata prima nella mente e poi nel cuore. Una festa dove la musica e l’ambiente sono i protagonisti, e lui uno strumento che porta il messaggio universale della musica come terapia, come mezzo di comunicazione di massa, come quella parola che manca tra le parole quando le parole stesse non riescono ad esprimere certi concetti, mentre la musica si, perché essa va oltre.
La speranza é veramente che il Jova Beach party possa varcare la Manica e possa venire in UK, e poi in altre parte, perché alla fine non esiste una tribú del Jova o britannica, o americana, ma esiste una tribú che popola la terra da millenni, e che deve ritrovare l’armonia con essa il prima possibile, e la musica con i suoi ritmi spesso tribali, é il mezzo necessario per far riflettere sul virtuosismo che la terra ci offre, e che ballando insieme possiamo veramente ritrovare noi stessi e una parte di Gaia che piange il suo male.
Ma sará tutto vero? comuque
Jova Beach Party”, Jovanotti al geologo Tozzi: gli econazisti sono mitomani pericolosi
La risposta di Jovanotti non fa una piega ( almeno sembra)
Al geologo, autore dell’articolo “Caro Jovanotti, stavolta sbagli”, Jovanotti replica: “Seguo il tuo lavoro di scienziato e di divulgatore da tanto tempo e mi ricordo quando nel 2019 hai difeso le nostre feste in spiaggia, non capisco quindi cosa sia cambiato nel frattempo”. “Così come nel 2019 tutto è stato fatto bene in collaborazione con WWF (io non ho competenze specifiche, loro ne hanno), anzi ancora meglio”.
“Abbiamo tutti i permessi delle autorità competenti, locali, regionali e nazionali. Un lungo lavoro di monitoraggio e ricerca da parte del WWF nazionale, che ha coordinato un team di tecnici ed esperti, ha scandagliato ogni metro quadro e valutato tutte le questioni perché tutto si svolgesse sempre in aree senza criticità ecologica di nessun tipo”. “Io davvero, per quello che ho potuto verificare e fidandomi di gente esperta che ci affianca in questa avventura, non ho niente di cui pentirmi”, sottolinea ancora l’artista.
“Le spiagge dove suoniamo sono luoghi popolari sempre pieni di gente” e che “non andiamo mai, nemmeno una volta, in luoghi dove c’è la possibilità di nidificazione del fratino o presenza di caretta caretta o altre specie animali o vegetali protette”. Anzi, “la spiaggia di Lido di Fermo non è più ‘naturale’ di Hyde Park o del prato di San Siro”. Per questo, “fare di JBP un bersaglio ecologista è semplicemente assurdo”. “Questa cupezza da ‘santa inquisizione’ che qualcuno vuole infondere al tema ambientale usando JBP – conclude Jovanotti – è controproducente soprattutto per l’ambiente”. Per questo Jovanotti invita il geologo Tozzi “a vedere di persona quello che facciamo”.
Da parte loro, le associazioni ambientaliste ricordano che per gli show di Roccella Jonica i permessi ci sono, tutto è legale e regolare, ma “movimentare migliaia di metri cubi di sabbia per rendere fruibile la spiaggia a migliaia di persone, oltre a distruggere dune, piante pioniere ed ecosistemi diversi, è pericoloso per la stabilità dell’arenile”.