Italia, "Bauli in Piazza": un mondo dello spettacolo sofferente e che chiede finanziamenti

Londra – Sabato 17 aprile il mondo dello spettacolo si è unito a Roma per protestare contro le chiusure dovute al covid senza ricevere in cambio supporto finanziario. Il movimento è nato in realtà in Inghilterra con il movimento “We Make events”  per poi diffondersi in Italia dove il 17 aprile ha visto la partecipazione di volti noti della musica e dello spettacolo italiano come Diodato, Fiorella Mannoia, Emma Marrone, Andrea Delogu e tanti altri.
Tutti si sono uniti per  quei lavoratori importanti per la realizzazione di eventi e concerti dal vivo che spesso sono dietro le quinte e che pochi sanno della loro esistenza, ma che in realtà sono loro i veri protagonisti, che rendono uniche e speciali quelle nottate trascorse all’aperto o nei locali con i nostri cantanti preferiti.
Ebbene tutte queste persone, con delle famiglie sulle spalle, sono ora disoccupati o in cassa integrazione e conun grande punto interrogativo che grava sulla loro vita. Ed ecco che scendono tutti in piazza del Popolo a Roma  con lo strumento di lavoro che utilizzano sempre: il baule di scena.
 Questa volta si fanno sentire ancora di più e dicono basta con le farse e chiedono di avere un senso di responsabilità e accettare la richiesta  delle seguenti esigenze:
– un fondo da erogare mensilmente sia per lavoratori discontinui che partite Iva;
– l’immediato sostegno economico per le imprese della filiera basato sul fatturato annuo legato a spettacolo ed eventi; -l’immediata calendarizzazione di un tavolo interministeriale che,  imposti i modelli graduali di ripartenza del settore, per dare una visione prospettica e agibilità imprenditoriale;
l’immediata calendarizzazione di un tavolo interministeriale che affronti la riforma del settore con particolare riferimento alla previdenza e all’assistenza delle lavoratrici e dei lavoratori.

Bauli in Piazza è stato il secondo appuntamento dopo quello eseguito a Milano con la partecipazione di 500 persone e bauli.

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