Intervista al Maestro e il suo saluto agli italini di Londra : ” Sarà meraviglioso poterci ritrovare al più presto, di persona”

Londra ( philip Baglini Olland) LondonONEradio ha avuto un bellissimo dono per questa Pasqua 2020, una intervista esclusiva del Maestro Andrea Boccelli. Una festa, che per molti non sara’ una festa. La ricordermo tutti come la Pasqua della sofferenza, dello stare chiusi in casa, dei tanti morti negli ospedali, della solitudine di chi ha perso un familiare, la Pasqua segnata dal coronavirus.

Ma e’ anche la Pasqua di chi non molla, di chi lotta, e di speranza. Il Maestro Andrea Bocellie si esibira’ ( a titolo gratuito) in un palcoscenico unico. Quello del Duomo di Milano: il 12 aprile, domenica di Pasqua, alle 19, in collegamento streeming mondiale.

La sua voce diventa la voce di tutti gli Italiani, e degli Italiani all’estero. Un grido acuto di forza solidale, per unirsi tutti quanti contro il nemico invisibile, stretti in nella morza dell’amore comune e della speranza collettiva.

 

Maestro come vive questo periodo così difficile che ha invaso il mondo intero?

Come tutti, con preoccupazione e con grande sofferenza. Vivo questo periodo complesso comunque da privilegiato, perché insieme alla mia famiglia, nella mia casa di Forte dei Marmi, cercando di fare quello che non ero mai riuscito a fare prima, cioè riposarmi e dialogare con i miei figli, leggere e ascoltare musica. Ma intorno a me avverto il dolore di tante persone che hanno i propri cari malati, costretti a fare i conti con situazioni di solitudine e di allontanamento… E questo mi rende molto triste.

Domenica è  Pasqua, un momento cristiano di resurrezione e di pace e lei si esibirà al Duomo di Milano; sarà un inno alla vita. Quali brani ha scelto? Perchè  la scelta di Milano?

L’invito mi è giunto direttamente dal Sindaco di Milano e dal Duomo… In quanto credente, cristiano e cattolico, ho accettato senza un attimo di esitazione. Sarò accompagnato dall’organista Emanuele Vianelli e proporrò alcune pagine sacre, da invocazioni mariane quali l’“Ave Maria” di Gounod e “Santa Maria” di Mascagni, all’inno eucaristico “Panis Angelicus” musicato da César Franck. Ho voluto inserire anche un brano più estroverso, più teatrale, il “Domine Deus” di Rossini, ed infine Amazing Grace, un classico della tradizione musicale mondiale.

 

La sensibilita’ del Maestro, ancora una volta le ali per far alzare in volo la speranza di pace e di coraggio, che mai come in qusto momento servono per tutti, e in tutto il mondo. Dal Duomo di Milano che diventa simbolo di una ferita, di una Italia che lotta da mesi con la morte, e con la vita. Vita, e’ la parola chiave che deve rimanere scolpita nelle nostre teste e nei nostri cuori. Vita dalla quale ripartire piu’ forti di prima, portando in noi anche le parole del Santo Padre alle quali il maestro ha sottolineato la loro importanza:

Il Santo Padre ha detto che “Non potevamo pensare di vivere sani in un mondo malato” secondo lei da dove si deve ricominciare per migliorare il mondo?

Mi sembra una riflessione molto saggia, quella del Santo Padre.  Ciò che stiamo vivendo è drammatico ma al contempo ci offre l’occasione per provare a ricominciare con una diversa gerarchia di valori, ripartendo da principi più sani, forti di una ritrovata fragilità, reimparando ad ascoltare il mondo che abitiamo, il cielo e la nostra coscienza.  Come vado ripetendo in questi giorni, credo però che attraverso questo virus il mondo ci abbia dato un avvertimento. Spero che sapremo imparare la lezione, facendone tesoro.

Pensa che il mondo della musica o il mondo della cultura verranno segnati da questa esperienza di Coronavirus?

Penso che l’umanità intera ne porterà i segni, e il mondo dell’arte e della cultura credo non faccia eccezione.

E le persone cambieranno il loro modo di vivere? Diventeremo più solidali con gli altri? O saremo segnati per sempre a rimanere con un filtro di “paura“ invisibile verso gli altri nei nostri modi di comportarsi?

Sono ottimista. Ne ho scritto pochi giorni fa, sui miei canali social, riflettendo sul fatto che la storia ci insegna come questi eventi traumatici possano rappresentare anche una straordinaria occasione. Perché, come ci ha ricordato Rania di Giordania: “Il nostro mondo ha disperatamente bisogno di un nuovo Rinascimento, che spinga l’umanità̀ a dare il meglio proprio quando la posta in gioco è più alta. Agire, non esitare. Venirsi incontro, non tirarsi indietro. Creare e celebrare la bellezza, non solo per se stessa ma per il bene dell’umanità”.

 

 

Siamo la radio italiana di Londra e UK e lei ha duettato con i grandi artisti inglesi come Ed Sheeran e in ultimo “Return to Love” con Ellie Goulding.  Ci può dire come sono nate queste collaborazioni?

Con Sheeran abbiamo instaurato una collaborazione molto bella, solare, creativa. Tutto è nato da una sua telefonata, in cui mi proponeva di cantare una nuova edizione di “Perfect”. Complici i miei figli grandi, entrambi suoi fan, ho accettato. Abbiamo lavorato dapprima a distanza, poi ci siamo incontrati a casa mia, in Toscana, ed abbiamo proseguito nella mia sala di registrazione. È nata un’amicizia (sia con me che con Matteo), un rapporto che continua, positivamente per entrambi, e che ha già dato vita ad una collaborazione all’interno del mio ultimo album “Sì”. Quanto a “Return to Love”, sono molto affezionato a questo brano che descrive il risveglio del cuore, il miracolo dell’innamoramento. Proprio come “Fall on Me” (che porta la medesima firma), anche di questa canzone mi è piaciuta la sua semplicità. Semplicità che considero qui un grande valore. Ellie è una cantante piena di talento, un’artista sensibile e in possesso di una vocalità molto interessante. Prima di questa esperienza non avevo avuto il piacere di conoscerla… Anche in questo caso, erano i miei figli ad essere più informati! Questa canzone sembra davvero scritta per la sua voce…

Ci sarà un progetto importante “Together At home” che coinvolgerà molti artisti, lei incluso, che si esibiranno in casa. Ci può dire di cosa si tratta esattamente e quali brani suonerà?  

La scaletta è in via di definizione. Sono felice di poter dare il mio modesto apporto, accanto a colleghi straordinari (che in molti casi sono anche cari amici). È bello vedere come tanti artisti mostrino di raccogliere l’onore e l’onere di una grande responsabilità, all’interno della società, ancor più nei momenti più delicati e di maggiore incertezza. La musica resta d’altronde uno strumento privilegiato, è un linguaggio universale e ci educa alla bellezza. E frequentare e praticare la bellezza cambia se stessi e il mondo.

Oggi viviamo in un società molto effimera fatta di social che spesso lasciano solo dei like e commenti senza senso, che rapporto ha con i social e soprattutto come fare a ritrovare in noi il vero “essere”?

Personalmente ho un rapporto intenso e positivo con la tecnologia, come ausilio e potenziamento delle possibilità umane. Se nell’infanzia avessi potuto usufruire di simili supporti, il mio apprendistato scolastico, anzi la mia formazione tout court, sarebbe stata ben più agevole e potenzialmente molto più ampia. Quanto ai social network e alla comunicazione via internet, sono “strumenti” e, come tali, possono essere molto utili o viceversa, secondo l’uso che se ne fa. Un esempio evidente ci è giunto proprio da questo periodo di forzato isolamento, in cui i social hanno rappresentato uno strumento prezioso per mantenere le relazioni interpersonali, condividere informazioni ed emozioni. Inutile dire come la vita vera sia nel mondo reale. Però abbiamo l’opportunità di utilizzare tali surrogati della realtà ed è sano valutarli come tali… Propedeutici ad un momento d’incontro vero, diretto, senza il filtro d’uno schermo di computer. Quel momento che stiamo tutti aspettando di ritrovare, una volta terminata l’emergenza.

Grazie alla sua popolarità planetaria ha dato vita ad una Fondazione che porta il so nome ( Andrea Bocelli Foundation) la quale si occupa da anni di aiutare luoghi del mondo dove spesso la cultura e i primi beni scarseggiano, e ora con in tempo di Coronavirus sta facendo molto per aiutare l’ospedale di Camerino e ha già raggiunto degli ottimi risultati, ci può dire come sta andando in queste ora la raccolta fondi?

Sta andando bene, quanto già raccolto attraverso la piattaforma “Gofundme” ci ha già permesso di donare alcuni ventilatori polmonari per il Covid Hospital di Camerino. E la campagna prosegue – confidando nella generosità di tutti – per acquistare nuove, urgenti attrezzature mediche e di protezione individuale per ulteriori strutture ospedaliere.

 

L’appuntamento quindi è domenica per festeggiare la Pasqua tutti insieme con lei, che solo dal Duomo di Milano canterà e il suo canto si ergerà dal Duomo fino a raggiungere tutti, vuole lasciare un saluto ai 700mila italiani del Regno Unito che mai come ora si sentono vicini all’Italia?

Raccolgo questa bella opportunità per salutarli con affetto. Non serve conoscerci di persona per sapere d’essere sorelle e fratelli, membri d’una stessa, grande famiglia. Sarà meraviglioso poterci ritrovare al più presto, di persona. Nel frattempo, auguro loro ogni bene e una Pasqua serena.

 

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