Intervento del primo ministro boris johnson al global health summit di roma.

Londra (Laura Riccobono) Boris:” Ritengo che sia arrivato il momento di unirsi per sconfiggere la pandemia e prevenirne di nuove.”

Sono le parole del Primo Ministro Britannico Boris Jonson al al Global Health Summit di Roma tenuto in data odierna.

Il premier, si e’ detto soddisfatto di quello che ha fatto la Gran Bretagna e di poter collaborare con tutti i paesi per cercare di sconfiggere il virus.

Ecco il discorso molto interessante di Boris:

Desidero cogliere l’occasione per ricordare a tutti, certamente ai miei colleghi europei, che la letteratura occidentale inizia con un’aspra lotta politica sulla gestione di una malattia zoonotica. Ricorderete forse che l’Iliade, opera fondante della letteratura occidentale, si apre con una lite tra Achille e Agamennone a seguito della comparsa di un nuovo morbo zoonotico mortale, che colpiva prima i muli, poi i cani e infine gli esseri umani.

CENNI ALLA STORIA PASSATA

E se vi ricordate, Achille era decisamente favorevole alla ritirata e al confinamento. Affermava, inoltre, che era necessario andarsene mentre Agamennone si rifiutava con veemenza. Questo stesso scontro dà sostanzialmente inizio all’intero conflitto dell’Iliade tra gli eserciti dei Greci.

Mi duole riconoscere che, quasi 2.800 anni dopo, il mondo è stato altrettanto diviso quanto Achille e Agamennone. Ritengo che sia arrivato il momento di unirsi per sconfiggere la pandemia e prevenirne di nuove.

Il Regno Unito è molto orgoglioso del proprio contributo: per prima cosa, abbiamo aiutato a sviluppare il vaccino Oxford AstraZeneca e a negoziare un accordo per un prezzo globale senza fini di lucro; inoltre contribuiamo con 800 milioni di sterline all’ACT-A e partecipiamo al programma COVAX, condividendo i nostri vaccini in eccesso. D’altronde, come tutti sappiamo, nessuno è al sicuro finché non lo saremo tutti.

Dobbiamo sfruttare la dichiarazione di Roma di oggi per andare oltre e istituire una difesa collettiva contro le future minacce sanitarie, proprio come abbiamo fatto contro le minacce militari. Dobbiamo rievocare lo spirito che ha forgiato la cooperazione globale dopo la seconda guerra mondiale per stipulare un trattato per essere pronti alle pandemie. Tramite l’Organizzazione Mondiale della Sanità, dobbiamo sancire le misure che ciascun paese deve adottare per prevenire un COVID bis.

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Ritengo che le misure proposte dal Regno Unito nel piano in cinque punti siano una buona base di partenza.

Servono protocolli comuni di risposta in tempi di pandemia, come l’azzeramento dei dazi sul commercio di materiale medico essenziale. Serve una rete globale di centri di ricerca zoonotica che sappiano identificare gli agenti patogeni pericolosi in grado di passare dagli animali all’uomo, o dai cani ai muli agli esseri umani per citare nuovamente l’Iliade, o dai pipistrelli ai pangolini, e così via.

Sfruttando il potenziale della sorveglianza genomica, settore in cui il Regno Unito ha fatto da apripista, abbiamo bisogno di un sistema di allerta rapida per le nuove varianti di COVID e le nuove malattie emergenti.

Questi progressi possono anche aiutare ad accelerare la produzione di vaccini, terapie e diagnosi, dai 300 giorni di questa pandemia a 100 giorni in futuro.

Pertanto, in qualità di presidente del G7, il Regno Unito ha chiesto al Wellcome Trust di collaborare con i partner internazionali per formulare una proposta di rete mondiale di centri di sorveglianza, una sorta di radar pandemico globale. Ieri ho incontrato il mio buon amico Tedros per valutare come portare avanti questo progetto.

Il Regno Unito farà la sua parte e si adopererà per consolidare tutte le misure contenute nella dichiarazione di oggi al G7 di Carbis Bay il mese prossimo. Poiché è giunto il momento di abbandonare gli schemi del nazionalismo competitivo, l’approccio del “si salvi chi può”, e riaffermare invece il potere, il dovere, la necessità della cooperazione tra nazioni per la costruzione di una difesa collettiva contro il nemico comune, la malattia, e per la protezione di tutti i nostri popoli e le generazioni a venire.

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Al GLobal c’erano anche il Presidente Ue Ursula von der Leyen e il presidente del consiglio Mario Draghi che ha detto“La Crisi globale da Covid non finita, dobbiamo agire in fretta | Le differenze sui vaccini ampliano le disuguaglianze” 

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