Londra – L’Italia cerca di riprendersi dalla crisi da Coronavirus con il Decreto Rilancio che ambisce alla restaurazione dell’economia italiana, ma trai i diversi settori menzionati che riceveranno sovvenzioni, manca il settore musicale.
All’articolo 186 del Decreto Rilancio, firmato il 19 maggio dal Presidente Mattarella, dove si prevedono misure per il settore cultura, e in particolare al capitolo riguardante il “Fondo emergenze imprese e istituzioni culturali” (con una dotazione di 210 milioni di euro), si specifica che tale fondo è destinato alla filiera dell’editoria, alle librerie, ai musei e ad altri istituti e luoghi della cultura. Nessuna menzione all’industria musicale, contrariamente a quanto riferito dal Ministro Franceschini durante una recente audizione in sede parlamentare.
L’industria discografica e gli editori musicali sono una rilevante componente del settore e svolgono un lavoro fondamentale di ricerca e sviluppo di nuovi artisti. Il Governo è intervenuto per tutelare il settore del live, gravemente danneggiato dal lockdown, ma si è completamente dimenticato dell’industria che produce i contenuti, senza i quali non vi sarebbe nemmeno l’attività concertistica. Etichette indipendenti e piccoli editori rischiano la chiusura dell’attività in pochi mesi senza interventi di salvaguardia. I negozi di dischi rischiano la sparizione in poche settimane.
Il settore nel corso degli ultimi due mesi ha visto cali di fatturato intorno al 70% nelle vendite di dischi, e cali anche superiori negli incassi di diritti d’autore e connessi. Le organizzazioni ANEM, AFI, FEM, FIMI, PMI ritengono inaccettabile che ci si possa dimenticare di questa area fondamentale per la produzione culturale del Paese.