Il rock è tornato in classifica grazie ai Maneskin ma anche a un pub di South London

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Londra(Giovanni Davoli)  Il rock vive solo delle sue vecchie glorie e i Maneskin ci fanno orrore. Questo il mantra dei rockettari, gente in genere ben oltre i 50 anni (generazione Boomers) e che ha vissuto in prima persona gli anni d’oro del genere.

In questo 2021, piaccia al vecchio rockettaro o meno, il rock è tornato in classifica. Innanzitutto, per opera di una band italiana e questo è forse il dato più incredibile. Non era mai successo, soprattutto in ambito rock. Negli anni ’70 si gridò al miracolo quando la Premiata Forneria Marconi entrò nella classifica USA intorno al numero 180.

I Maneskin hanno frantumato quel lontano ricordo entrando nelle classifiche di mezzo mondo compresa la Top 20 statunitense.

Non mi soffermerò sui successi e i riconoscimenti accumulati dai ragazzi romani dopo la vittoria a maggio all’Eurovision, anche perché i media nostrani li hanno riportati ampiamente con giusto orgoglio.

Una cosa che va però detta dei Maneskin e che è anche alla base di molte delle critiche che ricevono dai vecchi rockettari è che, per chi conosce il rock, non è che abbiano apportato qualcosa di nuovo al genere. Ai più giovani suonano nuovi, ma nel loro sound si possono ampiamente e chiaramente sentire i riferimenti a band e artisti storici: Rolling Stones, Iggy Pop, Queen, Nirvana, passando dai nostrani Afterhours e Verdena. Persino nel look e negli atteggiamenti, i Maneskin di Damiano devono moltissimo ai mostri sacri del rock del passato.

Nel frattempo però, mentre la band romana rilanciava a uso dei più giovani un sound già testato dal tempo, nella scena rock accadevano anche nuove cose.

Un nuovo movimento, originario di South London, si è fatto strada:

Parliamo sempre di band di 20-30enni, della generazione Zoomer, definita statisticamente come la generazione che viene dopo i più famosi Millennials.

Tutto è cominciato a Londra sud, poi è apparso in alto nelle Chart nazionali britanniche e, con la velocità dei giorni nostri, il verbo ha cominciato a spargersi nel mondo. D’altronde, dai tempi dei Beatles il contagio musicale va dal Regno Unito al resto del mondo.

Quello in corso ora lo chiamano Post-punk, Post-rock, Post-tutto. In realtà, non sanno come chiamarlo e, se continua così, tra qualche tempo dovranno trovargli un altro nome.

Forse, un domani lo chiameranno “Windmill Sound”, o “Brixton Sound”. Sì, perché questa cosa di cui stiamo parlando ha il suo epicentro a Brixton, un quartiere con 200 anni di storia urbana a sud di Londra, malfamato per i “Brixton Riots” del 1981, scontri tra la locale comunità afro-caraibica e la polizia. Brixton, anche nota come “la capitale della droga di Londra”, dove la polizia per anni ha tollerato l’uso della cannabis.

Da una cinquantina di anni a Brixton esiste il Windmill Pub, il quale ha una politica precisa nel selezionare le band che ci possono suonare e lo spiega nel suo sito web: “Amiamo la buona musica e sebbene abbiamo bisogno di spillare birra per poter tenere basso il prezzo del biglietto d’ingresso, per noi la priorità rimane la musica di qualità.

Brixton's Windmill's committed to live music – not money – Brixton Blog

Non è una buona idea che telefoniate dicendo ‘riempiremo il posto perché abbiamo un sacco di amici’ se poi la vostra musica fa schifo”. Oggi, dal Windmill potrebbe star passando il rinascimento del rock.

Black Country New Road, Squid, Black Midi, Dry Cleaning, Shame sono tutte band passate dal Windmill. Tutte band originarie di Londra Sud, o di Brighton al massimo, cittadina comunque a sud di Londra.

Aggiungiamoci Fontaines D.C., che sono irlandesi ma che comunque frequentano il Windmill. Beh, queste band hanno riportato il rock in classifica nel Regno Unito nel 2021. Parliamo di Top 10, fino al numero 2 raggiunto dai Fontaines D.C..

Roba che non succedeva da quando? Da quanti decenni? Soprattutto perché stiamo parlando di gente che ha meno di 30 anni. Molte di queste band hanno persino in comune lo stesso produttore, Dan Carey, proprietario di uno studio di registrazione sempre a South London. Ed è solo per limiti d’età che non citiamo nemmeno i Mogwai o gli IDLES, sempre rock e rispettivamente arrivati quest’anno al numero 1 e al numero 4 delle UK Charts.

It's where new music happens and evolves': Inside Windmill Brixton

La critica è entusiasta, ma anche spiazzata. I Grammy Awards non se ne sono accorti e nella categoria Rock della cerimonia che si svolgerà a gennaio hanno inserito artisti non certo di primo pelo come gli AC/DC o i Foo Fighters, o addirittura scomparsi come Chris Cornell.

La musica che fanno le band passate dal Windmill Pub, come dicevo, è ancora alla ricerca di una categorizzazione: prendono dal rock più recente (spesso definito post rock o post punk), ma anche dal jazz (Black Country New Road), dal funk (Squid), dal rock progressivo classico (Black Midi). In definitiva, è un suono nuovo ed è il suono del rock di oggi, di questi anni ‘20. E lo ascoltano e lo fanno gli Zoomers.


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