Londra (P.B.O) É noto che sua maestá la Regina Elisabetta II amasse tanto l’Italia. I suoi rapporti negli anni con il nostro paese sono sempre stati intensi, e piacevoli.
Dall’Incontri con i Papi, ne ha incontrati ben 5 Papi: il primo risale al 1951 quando sul Soglio di Pietro c’era Pio XII, poi fu la volta di Giovanni XXIII nel 1961, successivamente ci l’ incontro con Giovanni Paolo II il 17 ottobre del 1980. Nel 2010, l’incontro con con Benedetto XVI, non in Vaticano, ma ad Edimburgo, in Scozia, il 16 settembre durante il viaggio del Pontefice nel Regno Unito.
L’ultima udienza tra un pontefice e la regina Elisabetta II è avvenuta il 3 aprile 2014, tra papa Francesco e la regina accompagnata dal principe Filippo. I{n ogni incontro pur rimanendo nelle posizioni religiose separate, si sono sempre dimostrati buoi i rapporti con la Regina e il Vaticano.
I VINI ITALIANI
Ma la Regina, amava dell’Italia, il cibo, non a caso per ben tre anni il suo chef personale é stato l’italiano Enrico Derflingher Il quale Le introdusse l’olio di oliva, e la pasta facendole una dieta metiterranea che la Regina ha apprezzato.
Ma Elisabetta II amava anche i vini italiani e i prosecco. I vini come il Brunella di Montalcino e il chianti e il Biondi Santi, che nelle cene reali, e di stato non mancavano mai sulla tavola, e la regina amava berne un bicchiere durante i pasti.
Quando nel 1969 la regina incontró in Ambasciata a Londra il presidente della repubblica Saragat bevve un Brunello Riserva del 1955 considerato il miglior vino Italiano del ‘900, Sua Maestá rimase sorpresa dal gusto delicato e dolce, che volle farsi inviare alcune casse nel suo castello di Windsor.
Altra passione della Regina fu per un cavallo Italiano, uno stallone chiamato RIbot, un mito per chi ama le corse e i cavalli, considerato il cavallo da corsa piú veloce al mondo e che ha vinto tutti i premi del mondo.
La Regina Elisabetta II inizió a cavalcare all’etá di tre anni, e ricevette per il suo quarto compleanno da suo padre Giorgio VI un pony di nome Peggy, da li l’amore per i cavalli non l’ha mai abbandonata.
IL CAVALLO RIBOT
Quando vide Ribot correre per la prima ad Ascot, ne rimase affascinata, lo stallone Italiano le prese il cuore, volle conoscere tutta la storia di questo cavallo, e inizio a farlo montare per creare incroci di razza.
Ribot, di proprietà della scuderia Razza Dormello Olgiata che apparteneva a Federico Tesio, allevatore e allenatore, e al marchese Mario Incisa della Rocchetta che ne era diventato socio nel 1932. L’interprete di tutte le sue corse sarà il fantino Enrico Camici, uno dei tanti nomi illustri dell’ippica pisana.
Ribot deve la sua fama alla sua imbattibilità in carriera, con sedici vittorie consecutive nei più importanti gran premi disputati in ambito europeo, tra i quali due edizioni dell’Arc de Triomphe e una delle King George and Queen Elizabeth Stakes.
«It is exciting to see a good horse winning; Ribot greatly amazed me.» Elisabetta II
Ribot all’inizio della carriera non era considerato un cavallo vincente, anzi una piccola deformazione alle zampe posteriori, erano considerate dei limiti per un cavallo da corsa. Grazie al suo storico fantino, quei difetti diventarono presto un’arma vincente dove faveva la differenza sugli altri cavalli.
Poi fu la volta di Varen altra leggenda.
IL CAVALLO VARENN
un cavallo trottatore italiano nato presso l’allevamento di Zenzalino a Copparo in provincia di Ferrara .
La regina stava per compralo, ma alla fine dovette creare anche in questo caso delle monte per far generare campioni per le corse.
La regina e sua madre, la regina Madre, avevano una scuderia che ha vinto piú titoli di corse di cavalli di sempre.
Ed é bello pensare che tra i cavalli di sua Maestá ci siano purosangue con parte di sangue italiano, quella caratteristica in piú per far vincere le corese.
L’ARTE ITALIANA
Tra le collezioni di arte della regina, sono noti molti Caravaggio, e Canaletto che si trovano nei vari castelli e molti si possono ammirare nel palazzo di Bukingam Palace, quando si apre al pubblico. La regina amava attraverso quei dipinti studiare l’Italia, la sua arte, le sue tradizioni.
LA SOSTA PER RENDERE OMAGGIO A GIOVANNI FALCONE
Era il maggio del 1992, 4 giorni dopo la strage di Capaci a Palermo, La Regina lo venne a sapere, era in Italia, e nel viaggio di ritorno in UK, volle fare un fuori programma: andó sull’uogo della strage a rendere omaggio a Falcone, e volle sapere tutti i dettagli dell’accaduto e sull’uomo Falcone e sugl iagenti della scorta. Un atto che impose numerose forse di sicurezza, fu sconsigliato dagli accompagnatori della Regina, ma Lei, fu irremovibile, volle a tutti i costi deviare il protocollo.