Coronavirus: le risposte alle 11 domande più frequenti

Londra (Annamaria Santucci)

  1. Perché il Regno Unito non sta agendo come l’Italia?

Gran parte dell’Italia è attualmente in fase di blocco, e il servizio sanitario Italiano è messo a dura prova.

Giovedì scorso, il capo consigliere scientifico di Boris Johnson, Sir Patrick Vallance, ha dichiarato che il Regno Unito è quattro settimane indietro rispetto all’Italia, se non “in termini di entità dell’epidemia”, almeno “in termini di risposta”.

Gli esperti ritengono però che il decorso dell’epidemia nel Regno Unito potrebbe essere diversa da quella in Italia, ciò per tre ragioni.

Prima di tutto perché il numero dei casi confermati non coincide con il numero dei casi effettivi, dipendendo dal numero di persone infette registrate.

I numeri italiani sono aumentati il ​​23 febbraio, portando gli scienziati a pensare che ci sia stato un periodo in cui il virus si stava diffondendo senza però essere rilevato.

Ciò ha dato in Italia meno spazio all’ attuazione di misure di contenimento come rintracciare i contatti di coloro che si erano ammalati e isolare i casi per rallentare la diffusione.

Il regno Unito metterà a disposizione più test, potrebbe verificarsi la registrazione di un maggior numero di casi ma non solo a causa di una maggiore trasmissione, quanto piuttosto di una migliore rilevazione.

In secondo luogo, l’epidemia italiana è più concentrata, aggravando ancora di più la pressione sui servizi sanitari che potrebbe però non avverarsi nel Regno Unito.

Dalla diffusione iniziale, la maggior parte dell’epidemia italiana si è infatti concentrata nella regione settentrionale della Lombardia, che ospita poco più del 15% degli italiani.

Infine, il tasso di mortalità tra i casi confermati in Italia è più elevato che nel Regno Unito: al 12 marzo, i tassi di mortalità tra i casi rilevati erano dell’1,4% per il Regno Unito e del 6,7% per l’Italia.

Peraltro, anche se l’epidemia in UK potrebbe non seguire il decorso italiano, questo non significa che i britannici non sperimenteranno cambiamenti al loro stile di vita, anche se non necessariamente in tempi brevi.

2. Quale è il periodo di incubazione del coronavirus? 

Conoscere e comprendere il periodo di incubazione è molto importante. Consente a medici e autorità sanitarie di introdurre modi più efficaci per controllare la diffusione del virus.

In media ci vogliono circa cinque giorni per iniziare a mostrare i sintomi, ma alcune persone possono iniziare a sperimentare i sintomi molto più tardi.

L’Organizzazione mondiale della sanità ha affermato che il periodo di incubazione dura fino a 14 giorni, ma da alcuni studi è stato rilevato come possano essere necessari fino a 24 giorni.

  1. Uno volta guariti dal coronavirus si diventa immuni?

È ancora troppo presto per dirlo, esistendo il virus solo da fine dicembre. Tuttavia, sulla base dell’esperienza con altri virus, si può pensare che una volta contratto la produzione degli anticorpi dovrebbe proteggere da un eventuale nuovo contagio.

Sono giunte alcune segnalazioni dalla Cina di persone che sono risultate nuovamente positivi dopo essere state dimesse dall’ospedale, ma non si è certi dell’attendibilità del test successivo. Comunque, il dato rincuorante è che queste persone non risultavano più contagioseflu - londononeradio

  1. Quali sono le differenze tra coronavirus e influenza?

Coronavirus e influenza condividono molti sintomi simili, rendendo difficile la diagnosi senza un tampone.

I principali sintomi del coronavirus da tenere in considerazione sono febbre e tosse. L’influenza ha spesso anche altri sintomi, come mal di gola, mentre le persone con coronavirus sperimentano piuttosto una sensazione di fiato corto o assenza di fiato.

Le persone che pensano di essere affette da coronavirus devono chiamare il servizio telefonico dell’ NHS al numero 111 per ulteriori consigli.

  1. Cosa comporta esattamente l’autoisolamento?

Autoisolamento significa rimanere a casa per 14 giorni, non andare al lavoro, a scuola o in altri luoghi pubblici ed evitare i trasporti pubblici o i taxi. Si dovrebbe anche rimanere separati dalle altre persone presenti in casa.

Chiedere aiuto se si ha bisogno di genere alimentari, medicinali o altri prodotti, e utilizzare consegne a domicilio evitando qualsiasi contatto.

Bisognerebbe anche cercare di stare lontani dagli animali domestici – se ciò non è possibile, lavarsi le mani prima e dopo averli toccati.

  1. Quanto è pericoloso il coronavirus per le persone con asma?

Le infezioni respiratorie, come il coronavirus, possono scatenare i sintomi dell’asma.

“Asthma UK” consiglia a coloro che sono preoccupati per il virus di seguire una serie di passaggi per gestire l’asma.

Questi includono l’assunzione giornaliera di un inalatore preventivo come prescritto, per ridurre i rischi di attacco innescato da qualsiasi virus respiratorio, incluso il coronavirus.

  1. Se le scuole sono chiuse ci sarà un aiuto finanziario disponibile per i genitori?

I datori di lavoro sono tenuti a concedere le assenze giustificate dal luogo di lavoro per tempi ragionevoli connessi alle difficoltà familiari organizzative, ma non sono tenuti a corrispondere la paga, si può dunque in questo caso richiedere un congedo non retribuito.

  1. Il coronavirus può essere trasmesso dalle superfici come le maniglie delle porte e per quanto tempo sopravvive?

Se qualcuno infettato dal virus tossisce sulla mano e poi tocca qualcosa, quella superficie potrebbe contaminarsi.

Le maniglie delle porte sono un buon esempio di una superficie che potrebbe rappresentare un rischio.

Gli esperti ritengono che il coronavirus possa sopravvivere sulle superfici per giorni. Quindi è meglio lavarsi le mani regolarmente prima e dopo aver toccato una superficie,  per aiutare a ridurre il rischio di infezione e diffusione del virus.

  1. È sicuro nuotare in una piscina pubblica?

L’acqua nella maggior parte delle piscine contiene cloro, una sostanza chimica che può uccidere i virus. Quindi dovrebbe essere sicuro usare una piscina purché sia ​​adeguatamente clorata.

Tuttavia, potresti ancora catturare il virus da una persona infetta in uno spogliatoio o in un edificio se contaminano le superfici, come le maniglie delle porte.

  1. Dovrei iniziare a indossare una maschera per limitare la mia possibilità di diffondere o contrarre il virus?

Sebbene medici e chirurghi indossino spesso maschere per il viso, ci sono poche prove del fatto che indossare maschere per il viso costituisca una valida protezione.

Public Health England ha affermato di non “raccomandare l’uso di maschere facciali come mezzo di protezione dal coronavirus”, essendoci pochissime prove dei benefici al di fuori dei contesti clinici.

Gli esperti affermano che una buona igiene, come lavarsi regolarmente le mani, specialmente prima di toccarsi il viso, sia molto più efficace.

  1. Qual è il rischio per i bambini?

In generale, i bambini sembrano essere relativamente non contagiati dal coronavirus, secondo i dati provenienti dalla Cina.

Ciò può essere dovuto al fatto che il loro organismo reagisce velocemente all’infezione, oppure perché si presentano come asintomatici o sperimentano solo sintomi lievi come il raffreddore.

Tuttavia, i bambini con problemi polmonari preesistenti, come l’asma, dover essere più attenti, poiché il virus potrebbe scatenare un attacco.

Per la maggior parte dei bambini, tuttavia, sarà un’infezione respiratoria come qualsiasi altra e nessuna causa di allarme.

Se hai qualche domanda, scrivici a office@londononeradio.com

 

 

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