Londra (Annamaria Santucci) Le principali associazioni che rappresentano l’intera filiera imprenditoriale della musica hanno proposto oggi al Presidente del Consiglio Conte ed ai Ministri dei beni Culturali e dell’Economia Franceschini e Gualtieri un decalogo anti crisi evidenziando da un lato lo stato di crisi dell’intero comparto, dall’altro la necessità di misure urgenti.
La musica è stata una protagonista fondamentale in questo periodo difficile, centinaia di artisti hanno partecipato ad iniziative benefiche e hanno realizzato composizioni ed eventi in streaming per sostenere e coinvolgere l’intera popolazione. Il settore musicale necessita ora di un intervento urgente affinché la musica possa continuare ad essere strumento di gioia e conforto per tutti.
Le associazioni firmatarie, AFI, Anem, Assomusica, FEM, FIMI e PMI hanno infatti descritto una situazione drammatica che potrebbe protrarsi per lunghi mesi, soprattutto con riferimento al blocco degli eventi.
Il settore, secondo i dati di Italia Creativa raccolti da Ey, vale quasi cinque miliardi, occupando oltre 169 mila persone. Il danno complessivo a fine anno per le imprese di settore potrebbe superare quota 600 milioni.
Le vendite di prodotto fisico (CD e vinili) sono crollate di oltre il 70% tra marzo e aprile (dati Fimi) e anche il digitale, a causa della contrazione di novità in uscita (per l’impossibilità di presentare novità e per la chiusura delle sale di registrazione) non è in grado di compensare il declino generale. Si prevede un durissimo contraccolpo con oltre 100 milioni di mancati ricavi solo nel 2020. Drammatici anche gli effetti sul lavoro. Il fermo delle attività ha prodotto in poche settimane effetti catastrofici sull’occupazione del settore con centinaia di migliaia di musicisti, tecnici, ecc. di fatto senza attività e con prospettive potenzialmente tragiche dal punto di vista economico.
Gli interventi richiesti coprono interventi urgenti a fondo perduto, manovre fiscali e azioni operative atte a dare certezza alle attività. I rappresentanti della filiera creativa-musicale italiana hanno proposto al Governo l’adozione una serie di provvedimenti per fare uscire il comparto dalla crisi, che riportiamo qui sotto:
1) Aumento del fondo emergenze (Art. 89 – DL Cura Italia) a 200 milioni ed elaborazione di criteri oggettivi per la ripartizione del Fondo Em ergenze di cui all’art. 89 per i settori culturali colpiti dalla pandemia
2) Un contributo a fondo perduto alle imprese musicaliper i mesi perduti a causa del lockdown
3) Sospensione di tasse e contributii per le industrie del settore musica per l’esercizio 2020, posticipando le contribuzioni con un meccanismo di rateizzazione pluriennale
4) Estensione della durata dei voucher da 12 a minimo 18 mesi per i concerti annullati (art. 88 DL Cura Italia)
5) Creazione di un bonus cultura per le famiglie (estendendo l’attuale bonus per i diciottenni). L’estensione del tax credit per le produzioni musicali, oggi previsto solo per l’opera prima, seconda e terza a tutte le produzioni, così come avviene nel cinema
6) IVA al 4% per la musica e lo spettacolo, così come avviene per i libri
7) L’annunciato “reddito di emergenza” deve coinvolgere anche figure anomale, contratti a chiamata e precari vari, del settore dello spettacolo ad oggi non ricompresi nell’articolo 38 relativo all’indennità ai lavoratori dello spettacolo, articolo che ha introdotto troppe variabili che esclude moltissimi lavoratori
8) Revisione delle pendenze erariali per gli organizzatori di spettacoli dal vivo per appianare tutte le asimmetrie nell’applicazione dell’IVA sugli spettacoli dal vivo
9) Apertura di un tavolo tecnico di confronto con il Comitato tecnico-scientifico e la Task Force presieduta dal Dott. Colao con la presenza di una rappresentanza delle Associazioni in grado di fornire indicazioni sugli strumenti di controllo e prevenzione da adottare in futuro alla ripresa delle attività live.
10) Certezza sui tempi per la ripresa delle attività ai fini di una efficace programmazione dei lavori.
Il comunicato stampa diffuso dalle associazioni di categoria si conclude con un’amara constatazione: “Dietro il mondo della musica operano centinaia di imprese e migliaia di lavoratori che in questo momento hanno bisogno però di un intervento urgente affinché la musica non rischi di spegnersi per sempre”.