Londra ( Annamaria Santucci) È stato captato un segnale radio proveniente da un’altra galassia nello spazio profondo, a circa 500 milioni di anni luce di distanza dalla Terra.
Il segnale, caratterizzato da un’altissima energia e dalla durata di pochi millisecondi, si è ripetuto per più di un anno ogni 16,35 giorni ed anche se l’origine è sconosciuta, gli scienziati si sono già espressi sul fatto che non si possa trattare di una civiltà aliena.
Nel gergo degli astrofisici questi segnali si chiamano infatti Fast Radio Bursts (Frb) – lampi radio
veloci – durano pochi millesimi di secondo e si manifestano come episodi singoli o ripetuti con
frequenze atipiche.
Questa però è stata la prima volta in cui ad essere registrato è stato un segnale (classificato come
FRB 180916.J0158+65) che si è ripetuto secondo uno schema regolare. La notizia proviene dagli
astronomi della Canadian Hydrogen Intensity Mapping Experiment (CHIME), che hanno lavorato
con l’ausilio di un copioso team di ricerca internazionale formato da colleghi dell’Università della
Virginia Occidentale (USA), del National Radio Astronomy Observatory americano, dell’Università
di Amsterdam e di moltissimi altri istituti.
Captando il segnale tra il 16 settembre 2018 e il 30 ottobre 2019 gli scienziati hanno scoperto la sua particolare sequenza: la fonte emette il segnale per quattro giorni consecutivi, circa una o due volte all’ora; dopodiché si registra un arresto di 12 giorni, per poi riprendere nuovamente a emettere l’FRB con la stessa frequenza.#
Come si spiega nello studio, pubblicato su Science Alert, gli scienziati sperano ora di scoprire da
cosa siano generati questi misteriosi segnali radio.
Tra le ipotesi avanzate troviamo l’interazione della sorgente con un altro oggetto in un sistema binario, il cui moto orbitale spiegherebbe il periodo di 16 giorni, ma anche una possibile interazione tra una stella di neutroni e una più
giovane, calda e massiccia, di tipo O/B (un cosiddetto sistema “vedova nera”).
Oppure potrebbe scaturire da un oggetto disturbato dalla vicinanza di un buco nero, responsabile dell’intermittenza
del segnale. Possibili fonti anche magnetar e pulsar a raggi X, ma per gli autori dello studio questi
oggetti non si concilierebbero del tutto con i dati raccolti.
Approfondire lo studio di questo fenomeno e dell’origine dei FRB è considerato di fondamentale
importanza per migliorare la conoscenza dell’Universo: maggiore è il numero di impulsi tracciati,
più accurata può essere infatti la mappatura della distribuzione della materia nello spazio, anche a
grandissime distanze dalla nostra galassia.
In attesa di maggiori risposte, noi intanto continuiamo ad inviarvi i nostri segnali radio dal
magnifico VOYAGER di London One Radio!