Londra (Roberta Chiatti) – Brunello Cucinelli, nominato da Forbes l’uomo più ricco al mondo, è in realtà l’uomo più ricco di sani valori e principi che distinguono la sua azienda a livello internazionale.
Il filosofo del cashmere italiano è intervenuto in esclusiva su London ONE Radio annunciando i prossimi progetti della sua omonima azienda, che la vedranno protagonista anche in Inghilterra, a Londra, con una nuova boutique a Bond Street.
Il brand “Brunello Cucinelli” cela un passato povero, non miliardario come oggi lo conosciamo. Cucinelli, non è nato ricco, non è un “figlio di papà” ma un uomo di origine contadine che però è riuscito, con duro lavoro, a raggiungere un successo forse anche per lui inaspettato. Da ragazzo, all’età di 15 anni, lavorava le terre di suo nonno che cercava di educarlo alla vita, insegnandogli sani principi: dedizione, lavoro e dignità, le stesse che hanno contribuito e aiutato l’azienda a superare l’ostacolo “Covid-19”.
Una volta chiusa l’azienda 7 giorni prima del lockdown, dato lo spavento, Cucinelli dichiara: “Ho detto ai ragazzi dell’azienda, tutti, […] che la nostra idea è di non licenziare nessuno, tutti voi dovete avere la stessa remunerazione dell’anno scorso”.
A differenza delle molteplici imprese britanniche, che hanno deciso di licenziare gran parte dei loro dipendenti per la sopravvivenza del business a lungo termine, Cucinelli ha dato importanza al valore umano, facendo però una richiesta alle proprie “anime pensanti”:
“Vi chiederei di lavorare per i prossimi quattro mesi mezz’ora in più e il sabato mattina per recuperare tutto entro agosto (e ci siamo riusciti). Poi vi chiederei un grande sacrificio ancora speciale. Questa pandemia ci ha lasciato un po’ di dolore, di spavento […] quindi mi piacerebbe se voi foste ancora migliori perché incontreremo gente addolorata che è predisposta ad incontrare essere umani amabili”
Con tale saggezza e bontà d’animo, il team è riuscito a lavorare sotto una forte “grandinata” che però secondo Cucinelli, per quanto sia stata devastante, non arriverà mai ai livelli della crisi del 2008, quando le banche non avevano un centesimo ed era risultato difficile, per ogni imprenditore, sapere che strada prendere. Il Covid-19 ha segnato delle perdite ma il lockdown, che ha arrestato l’economia, ha fatto si che le banche non restassero senza denaro e nonostante la recessione economica, i governi “hanno messo a disposizione soldi, quindi durissima sarà ma non come quella del 2008”.
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