Londra ( philip Baglini Olland) – Il covid-19 non ha risparmiato nessuno. E’ stata, ed ancora e’ una livella per tutti, ricchi, poveri, artisti, politici, una pandemia che ha segnato il nostro 2020. Il covid, ci ha fatto sentire tutti chiusi, intrappolati in una prigione, ci ha fatto cantare, ci ha fatto sperare e piangere, e dire cose oltre le righe, un po’ per rabbia, un po’ per paura. Lo abbiamo fatto tutti. Parole negate e affermate, politici impacciati, e medici indecisi. Basti pensare ai tanti virologi o politici che hanno detto tutto e il contrario di tutto.
” scagli la prima pietra chi e’ senza peccato” e’ proprio il caso di dirlo.
I giornali, Tv e radi, poi hanno riportato, spesso, senza approfondire discorsi come veri, estrapolando solo parti di comodo. E qui nascono le Fake news, costruite per creare l’impatto mediatico, sulla povera gente che spesso crede a tutto. Fa’ parte del gioco. Pero’ il gioco potrebbe farsi pericoloso e diventare o costruire una montagna di calugne e questo vale per tutti.
La vicenda sulla polemica di Andrea Bocelli, ( che come sappiamo aveva contratto in una forma live il covid) e’ una di quelle situazioni, che dovrebbero essere scandagliate nel dettaglio prima di parlare o di fare grandi titolo, ( anche se questo non porta forse lettori o like su FB)
Andrea Bocelli ha risposto alle polemiche nate nella giornata di ieri a seguito delle sue dichiarazioni in Senato rispetto agli effetti del coronavirus sulla sua vita e l’ha fatto sul palco della Milanesiana con il filosofo Bernard-Henri Lévy. Ha corretto il tiro delle sue dichiarazioni sulla Covid e soprattutto sul prendere distanza da ciò che ha definito ‘un clima allarmistico’ senza motivo: “Sono stato frainteso, io sono un ottimista per natura e voglio sperare che da qui si voglia e si possa ripartire”.
E gia’ perche’ il Maestro aveva esordito durante un convegno in Senato dei “negazionisti del Covid”, organizzato dall’onorevole Vittorio Sgarbi. “Quando siamo entrati in pieno lockdown ho anche cercato di immedesimarmi in chi doveva prendere decisioni così delicate. Poi ho cercato di analizzare la realtà e mi sono reso conto che le cose non erano così come ci venivano raccontate”, ha ammesso.
“Io conosco un sacco di gente, ma non ho mai conosciuto nessuno che fosse andato in terapia intensiva, quindi perché questa gravità? C’è stato un momento in cui mi sono sentito umiliato e offeso per la privazione della libertà di uscire di casa senza aver commesso un crimine e devo confessare pubblicamente di aver disobbedito a questo divieto che non mi sembrava giusto e salutare”, confessa Bocelli.
Parole che se le avesse dette uno “comune” nessuno gli dava peso, ma dette da Bocelli, apriti cielo!
Eppure, simili parole sono state dette da altri e anche loro sono stati criticati, ma la critica a Bocelli e’ piu’ intensa e pare proprio costruita, c’e’ da chiedersi il perche’ di tutto questo “accanimento” anche da alcuni colleghi.
Certo e’ che ognuno puo’ esprimere quello che vuole, ma quando si fa giornalismo o radio dovremmo essere obbiettivo, oggettivi e non soggettivi, andare alle fonti, chiedere, indagare, studiare il contesto, insomma studiare il caso. E’ ma questo e’ lungo e difficile e chi lo fa’? Nessuno o pochi!
Certo e’ che certi giornalisti hanno memoria corta, e sentenze troppo veloci, perche’ a Marzo proprio Bocelli invitava a seguire le regole di stare in casa con tanto di video.
Una personaggio pubblico quando parla deve sicuramente pesare bene le parole, l’opinione pubblica non perdona e’ la crudele regola del successo. Pero’ ci sono dei margini su cuoi dobbiamo, a mio avviso, riflettere invece di giudicare.
Primo capire bene il contesto, il modo come vengono dette certe cose, e capire per esempio che ci sono state molte persone in rianimazione, vero, e molto decessi vero e non bisogna mai dimenticarli, ne i loro familiari, ma dobbiamo anche dire che ci sono stati persone che hanno avuto il covid e che non sono andati in rianimazione e hanno continuato a fare ( in quatantena) le loro cose “normalmente”. Il covid colpisce tutti, ma non tutti alla solita maniera.
Farsi un bagno in una piscina privata, isolato da tutti, avendo il covid, forze permettendo, o essendo asintomatico ( puo’ essere visto irrispettoso per le vittime, sicuro, come allo stesso modo dei canti dai balconi polemizzati da molti artisti e attori durante il Lockdown!) Il mondo spesso e’ bello perche’ si puo’ dire tutto e il contrario di tutto.
Certo sentire dire da Bocelli “Io conosco un sacco di gente, ma non ho mai conosciuto nessuno che fosse andato in terapia intensiva, quindi perché questa gravità?” Fa pensare al fatto che il maestro voglia sminuire i fatti? No! E’ una opinione personale.
Anche io ho conoscenti che hanno avuto il covid ma non sono stati in terapia intensiva, quindi? Mi ca vuol dire che non c’e’ la periocolosita’ del Covid 19, dice soltanto che in una ristretta cerchia di conoscenti nessuno e’ stato in terapia intensiva. Come detto il Covid colpice tutti ma in maniera diversa.
E tutti, non facciamo gli ipocriti, abbiamo pensato ( almeno all’inizio) che questo Covid era solo una influenza leggera, i politici c’e’ lo avevano presentato cosi’. Anzi ancora oggi c’e’ qualcuno che pensa sia tutto un complotto. Magari gli stessi che ancora oggi negano i lager nazisti.
Il peso delle parole e’ importante, spesso sono piu’ potenti di un proiettile. Ed e’ per questo che dobbbiamo leggere e documentarsi, studiare e capire.
Noi che non sapevamo nulla, abbiamo capito grazie agli esperti, e abbiamo capito, che anche loro ne sapevano poco, perche’ poco si sapepa. 2600 interviste in 4 mesi alla radio, virologi, professori, artisti e cantanti. Tutti dicevano la loro mossi da un loro sentimento, carattere impoulso che come uno sfogo voleva prendere a martellate quella prigione indotta dal mostro invisibile.
Pero’ si ricorda questa polemica di Bocelli, che forse ha detto due parole fuori posto, preso dal suo carattere toscano focoso e ottimista e non si ricorda pero’ tutto quello che Bocelli e la famiglia ha fatto per il Covid-19.
Andrea Bocelli si è speso fin dal primo giorno dell’emergenza Covid per aiutare chi era in difficoltà, sia attraverso la fondazione che porta il suo nome, a sostegno della raccolta fondi per il Covid Hospital di Camerino (oltre 100mila euro, per acquistare ventilatori polmonari) sia personalmente. :Sono stati acquisiti respiratori per le terapie intensive, mascherine, presidi medici.
Come artista e come essere umano, è sempre stato a disposizione del suo Paese e in particolare di chi ha più bisogno. Nel momento in cui gli è stato chiesto supporto, dalle istituzioni, ha risposto immediatamente “presente”, senza se e senza ma.
Chi conosce veramente Andrea ( e non mi riferisco ai giornalisti, che servono ad esaltare o a demolire una persona) può ben immaginare come quanto riportato dai media oggi sia stato estrapolato da un contesto che è ben più ampio e articolato. Il Covid è un dato di fatto, è un virus che ahimè ha mietuto molte vittime, così come purtroppo è accaduto altre volte, anche nella storia recente.
Dopo trent’anni di carriera internazionale, di rispetto e stima che Andrea si è guadagnato nel mondo, sono certo che i più non cadranno nel tranello di giudicare superficialmente, basandosi su quanto faziosamente estrapolato dal contesto e riportato dai media. Anzi mi auguro che tutto ciò induca le persone ad approfondire il tema con serenità, serietà, impegno, proprio come è stato fatto nel corso dell’incontro romano, il cui panel ha ospitato studiosi di fama, virologi, scienziati ed economisti.
L’appello del tenore: “Senza disperazione, ma seguire le regole” Milano, 10 mar. (askanews)